Riprendono le esportazioni ma a minacciare la ripresa del settore florovivaistico è l’impennata dei costi di produzione con aumenti fino al 25% delle materie prime per imballaggi, energia, concimi e trasporti anche per le carenze su logistica ed infrastrutture del sistema Italia.
Una situazione preoccupante per il sistema ortoflorovivaistico varesino, mentre con l’arrivo del freddo si teme l’impatto dei costi da sostenere per il riscaldamento delle serre: il prezzo del petrolio – sottolinea la Coldiretti Varese – sta infatti condizionando in modo pesante i costi energetici ma ad aumentare sono anche quelli della plastica, dell’acciaio e della carta, che pure incidono molto sul comparto.
Una notizia positiva è la ripresa dell’export florovivaistico: nel 2021 le richieste all’estero di verde Made in Italy hanno superato anche i livelli pre Covid del 2019: la quasi totalità (94%) delle esportazioni di piante e fiori italiani – spiega Coldiretti – è diretta verso l’Europa con tre Paesi, Germania, Francia e Olanda, che concentrano più della metà (58%) degli acquisti di fiori italiani con crescite importanti nel 2021: +47% per la Francia, +17% per la Germania e +25% per l’Olanda.
Le esportazioni potrebbero crescere ancora di più con la rimozione di blocchi fitosanitari spesso pretestuosi che – sottolinea Coldiretti – ancora sussistono per le produzioni vivaistiche italiane in alcuni Paesi. Con la Brexit ad le preoccupazioni del settore florovivaistico sono legate soprattutto alle nuove regole fitosanitarie non in linea con la normativa Ue con controlli alle frontiere sempre più complessi, fra ritardi e burocrazia.
“Attraverso il Pnrr é necessario agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma pure con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” afferma il presidente della Coldiretti provinciale Fernando Fiori nel sottolineare che “si tratta di una mancanza che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge proprio il maggior costo della “bolletta logistica” legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci”.
Secondo l’ultima analisi del centro studi Divulga in Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08) e la Germania (1,04), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro al chilometro e in Romania 0.64. Si tratta di un aggravio per gli operatori economici italiani superiore dell’11% rispetto alla media europea – conclude la Coldiretti – e che colloca il nostro Paese al 30° posto nella classifica mondiale stilata dal Global Competitiveness Report (GCR), curato dal World Economic Forum.